Non lasciarmi – K. Ishiguro
Stavo piangendo per una ragione completamente diversa. Mentre ti osservavo ballare quel giorno, ho visto qualcos’altro. […] Ho visto una ragazzina, con gli occhi chiusi, stringere al petto il vecchio mondo gentile, quello che nel suo cuore sapeva non sarebbe durato per sempre, e lei lo teneva fra le braccia e implorava, che non la abbandonasse. Ecco ciò che ho visto. Non eri veramente tu, non era quello che stavi facendo, lo so. Ma ti ho vista e ho sentito il cuore spezzarsi. E non l’ho mai dimenticato.
“Non lasciarmi” è un romanzo che solleva alcuni interrogativi delicati. Cosa ci rende umani? Cos’è l’anima di una persona? Quanto conta la biologia e quanto l’esperienza umana? Quanto vale la vita di una persona? Ci sono vite – e persone – che valgono più di altre? Qual è la realtà in cui siamo disposti a vivere? È possibile accettare una realtà terribile se è l’unica che si conosce e se è l’unica alternativa che sembra disponibile per noi? Qual è il confine tra rassegnazione e accettazione? Qual è il costo del progresso – o meglio, cos’è il progresso? Attraverso la narrazione della storia di tre ragazzi – della loro infanzia, amicizia, amore, desideri, paure, crescita – Ishiguro lascia emergere queste domande, di fronte a cui è difficile rimanere indifferenti.