Ci sono due modi principali, individuati dai coniugi Gottman, per migliorare la gestione dei conflitti: elaborare una lite e sostituire i Quattro Cavalieri dell’Apocalisse.
Elaborare una lite
In una coppia è fondamentale riuscire ad affrontare insieme i conflitti spiacevoli ed elaborarli. Infatti, far finta che questi non siano accaduti non aiuta ad andare avanti serenamente, perché le ragioni dei conflitti non scompaiono realmente ma rimangono sepolte in profondità. Evento dopo evento, lite dopo lite, se non affrontate, si accumulano fino ad emergere in modo esplosivo.
Come fare se la rabbia, il risentimento, la paura, il disprezzo prendono il sopravvento e degenerano nei conflitti?
Innanzitutto bisogna abbandonare l’idea che uno dei due partner detenga la ragione e bisogna uscire dall’ottica per cui è necessario stabilire chi abbia il diritto di addossare la colpa all’altro. È fondamentale per i due partner comprendere che ogni evento può essere visto da diverse prospettive, una per ogni punto di vista presente sulla situazione, e che nessuna è quella giusta. Bisogna abbandonare i concetti di valore giusto e sbagliato e considerare che esistono diverse prospettive, tutte quante valide. Inoltre, bisogna cercare di prendere una distanza emotiva da ciò che è accaduto e rivederlo come se fosse un film.
Come procedere?
I coniugi Gottman hanno evidenziato 5 fasi che è possibile attraversare per elaborare insieme i conflitti- o un evento spiacevole:
- Condividere i propri sentimenti: è importante dire al partner come ci si è sentiti in quella situazione, senza dire il motivo e senza fare commenti sui sentimenti espressi dal partner.
Ad esempio: “Mi sono sentito/a trascurato/a, offeso/a, criticato/a…”
- Descrivere la propria realtà: raccontare come è andata dal proprio punto di vista, rispettando quando è il turno di parola del partner, e riconoscendo come valida o comprensibile almeno una parte della realtà per come è stata vissuta dal partner.
Ad esempio:
A: “Penso di essermi sentita così turbata perché sai che in questi giorni ho molte cose a cui stare dietro, pensavo capissi che avevo bisogno di aiuto”.
B: “Hai ragione, è che mi sembri sempre in grado di stare dietro a tutto e quando ti offro il mio aiuto spesso mi urli contro che ce la fai da sola”.
A: “È vero, ho sempre questa tendenza a voler strafare per non mostrare le mie debolezze. Comunque potevo chiedertelo gentilmente invece di urlarti contro”.
- Condividere esperienze o ricordi che possano aver influenzato la situazione: è importante condividere con il partner esperienze che ci riguardano, anche dell’infanzia, che possano aver influito sul nostro modo di reagire alla situazione attuale.
Ad esempio: “Mi arrabbio quando fai qualcosa che non mi coinvolge perché da piccola mi sono sempre sentita esclusa da tutti, in particolare ricordo una volta quando…”.
- Riconoscere la propria responsabilità: ammettere il proprio ruolo nel verificarsi dell’evento.
Ad esempio: “Mi dispiace, riconosco che a volte pretendo che tu mi legga nella mente invece di chiederti espressamente aiuto”.
- Progetti costruttivi: progettare insieme come si possa far funzionare meglio le cose in futuro.
Ad esempio: “Forse quando vediamo che iniziamo a scaldarci e urlarci contro potremmo prenderci dieci minuti per abbassare la tensione e poi parlarne con calma, cercando di ascoltarci”.
Sostituire i 4 cavalieri
- Critiche: invece di attribuire il problema relazionale ai difetti del partner, usando aggettivi come “sei incapace”, “sei egoista”, “sei un fannullone” o frasi come “non sei mai…” o “sei sempre…” è importante che ogni partner riesca ad esprimere i propri sentimenti con un messaggio che parla di sé, e non dell’altro. Tale messaggio inizia con un “Mi sento…”. Si può poi spiegare la situazione che ha suscitato tali emozioni, senza accusare il partner di esserne il motivo scatenante, e esprimere i propri bisogni concreti attraverso delle domande gentili rivolte al partner “Potresti gentilmente..?”. dunque, il modo per superare l’atteggiamento critico è quello di rivolgersi all’altro con gentilezza, esprimendo ciò che si prova senza accusare l’altro.
- Disprezzo: anche l’esprimere disgusto attraverso critiche caratterizzate da un velo di superiorità e disgusto può essere sostituito dalle stesse richieste ed espressioni gentili che possono essere usate al posto delle critiche.
- Ritiro sulla difensiva: la nostra naturale tendenza è quella di rispondere agli attacchi o fuggendo o contrattaccando a nostra volta, instaurando però un circolo vizioso. Un modo per rompere questo circolo è fare lo sforzo di riconoscere ed assumersi una parte di responsabilità rispetto a ciò che è avvenuto o sta avvenendo. Sebbene questo possa farci sentire esposti, vulnerabili e senza valore, in realtà verrà apprezzato dal partner, che si sentirà ascoltato e abbasserà le sue proprie difese.
- Ostruzionismo: essendo l’ostruzionismo un modo per gestire la forte attivazione fisiologica che accompagna un momento di alta tensione emotiva, il modo per evitare di ricorrere ad esso è prendersi una pausa e dedicarsi all’auto-rilassamento. Ciò significa concordare con il partner di rimandare a più tardi la discussione e di prendersi ognuno un momento per abbassare l’attivazione, facendo qualcosa di piacevole e capace di distrarre dalla situazione (leggere, guardare la tv, ascoltare la musica, fare yoga o una passeggiata). La pausa dovrebbe durare dai 30 minuti a non più di 24 ore.
Bibliografia
Schwartz Gottman, J. – Gottman, J. (2017). Dieci principi per una terapia di coppia efficace. Cortina Raffaello