IL RUOLO DEL PADRE

Le famiglie stanno piano piano cambiando: cambiano le dinamiche, i ruoli, i bisogni, la struttura nucleare. Se prima il ruolo del padre era quello di mantenere economicamente la famiglia, oggi le richieste che vengono fatte a questa figura sono diverse. Da una parte il papà si trova a non essere più il solo a mantenere la famiglia, in quanto le donne hanno avuto sempre più accesso al mondo del lavoro, quindi non riesce più a riconoscersi nei modelli passati relativi all’”essere padre”, dall’altra si trova a ricevere la richiesta di un maggiore coinvolgimento nella vita quotidiana e affettiva dei figli, cosa che sicuramente crea una ricchezza maggiore sia per il padre che per il figlio, ma che porta spesso l’uomo a confrontarsi con una mancanza di modelli a cui fare riferimento, utili per una riorganizzazione serena della propria identità. Se prima questa destabilizzazione era vissuta maggiormente dalla donna, che aveva però generalmente delle figure femminili a cui fare riferimento, oggi la destabilizzazione tende a coinvolgere la coppia genitoriale. Tutto ciò può creare sì una forte destabilizzazione per l’uomo, tuttavia permette una maggiore condivisione della genitorialità tra madre e padre, sia nelle difficoltà sia nelle gioie.

Il contributo unico del papà alla vita dei figli

Il rapporto che i bambini sviluppano con il papà è generalmente diverso da quello che sviluppano con la mamma e questo è fonte di ricchezza. I bambini imparano infatti diversi modi di stare in relazione e sperimentano diverse abilità ed emozioni. Innanzitutto la presenza di entrambe le figure genitoriali a cui fare riferimento aiuta i bambini ad essere maggiormente a proprio agio nell’entrare in relazione anche con gli adulti estranei alla famiglia, inoltre di solito i papà entrano in relazione con i figli soprattutto attraverso il gioco fisico attivo. Questo permette ai bambini di sperimentare numerose emozioni, a volte anche contrastanti: fare l’areoplanino o scappare dal mostro permette ai bambini di sentirsi allo stesso tempo eccitati, divertiti, e anche un po’ spaventati. Vivere questo tipo di esperienze permette ai bambini, grazie all’aiuto del genitore, di riconoscere le diverse emozioni e di imparare a capire qual è la propria capacità di gestirle. Grazie all’interazione con il papà nel gioco i bambini capiscono quando è il momento di giocare e quando è il momento di calmarsi attraverso la lettura dei gesti e degli sguardi del papà; è un’abilità fondamentale che i bambini applicheranno anche nelle relazioni con i compagni di gioco. È comunque importante che i papà sappiano condurre il gioco senza però risultare impositivi: i bambini devono avere la possibilità di sperimentare le proprie emozioni e di capire i propri limiti.

Stare vicino ai figli, fisicamente ed emotivamente

  • Prendersi cura sin dalla gravidanza

    È importante che il papà sia coinvolto sin dalla gravidanza: da una parte permette a lui di sentirsi partecipe e dall’altra aiuta anche la donna a sentirsi più serena e sostenuta. Il coinvolgimento precoce del padre sin dalle prima fasi della gravidanza di solito implica un maggior coinvolgimento anche dopo la nascita e nelle varie fasi di crescita del bambino. Durante l’allattamento il padre può sentirsi un po’ escluso; è importante che trovi dei suoi modi e momenti per prendersi cura del bambino, come il bagnetto, il cambio del pannolino o dei momenti di coccole. È anche fondamentale che la madre sia in grado di accettare che il papà abbia diversi modi di prendersi cura del bambino rispetto ai suoi, rispettarli e sostenerlo, in modo che il papà si senta adeguato e competente nel rapporto con il proprio figlio. È giusto dare consigli, ma non criticare. I bambini traggono giovamento anche dai diversi modi con cui le persone si prendono cura di loro.

  • Essere coinvolti nei bisogni quotidiani del figlio

    I papà devono trovare il modo di restare sintonizzati con i propri figli e il modo più semplice perché questo avvenga è attraverso il coinvolgimento nella loro vita quotidiana: mangiare, fare il bagno, vestire e curare i figli. È proprio in questi momenti che si condividono gli affetti, i bisogni e le paure più intime e che le relazioni diventano più profonde. Diventare genitori implica saper accettare che per crescere un essere umano bisogna prendersi del tempo, rallentare, e che a volte questo implica una minor produttività o efficacia in altre aree.

  • Restare papà anche quando si è separati

    Non condividere più la stessa casa può rendere più difficile mantenere il coinvolgimento quotidiano nella vita dei figli. È però importante che, nonostante la distanza o la creazione di una nuova famiglia o le difficoltà di comunicazione con l’ex compagna, i genitori continuino a condividere le responsabilità genitoriali, a collaborare rispetto alla disciplina e all’educazione dei figli e che, quando i papà trascorrono il tempo con i figli, lo facciano nel modo più normale possibile. Infatti, anche se ci si vede meno, non significa che i figli quando sono con il papà siano liberi di non rispettare le regole o che debbano essere riempiti di regali. Per mantenere un rapporto è anche utile che i padri chiamino frequentemente i figli, almeno due o tre volte a settimana, per parlare della loro giornata, rimanendo informati sulla loro vita. L’eventuale creazione di una nuova relazione può essere difficile da accettare per i figli, in quanto si chiedono cosa implicherà la presenza di una nuova persona e quale diventerà il loro posto nella vita del papà. È importante accettare le loro emozioni negative e dargli il tempo per adattarsi al cambiamento, cercando di resistere alla tentazione di gettare la spugna e di ritirarsi dal rapporto con loro. Questo non farebbe che confermare ai figli che la nuova persona entrata nella vita del papà li ha sostituiti e ha diminuito il suo amore per loro.

Bibliografia
Gottman, J. – Declaire, J. (2015). Intelligenza emotiva per un figlio. Una guida per i genitori. BUR Biblioteca Univ. Rizzoli

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