PERCHÈ È COSÌ DIFFICILE STARE MALE

Perché è così difficile stare male?

Nello stare male entrano infiniti significati, perché stare male implica il riconoscere la propria sofferenza, trovarle un senso, ammetterla a se stessi ed eventualmente comunicarla agli altri.

Stare male è qualcosa che spesso le persone fanno fatica ad accettare, perché è vissuto come qualcosa che ci toglie energia, ci ferma, ci allontana dagli altri, ci spaventa, ci porta a farci domande a cui forse non vogliamo dare risposta.

Allora troviamo ogni strategia possibile per evitare di star male o per non pensarci – dormiamo, mangiamo, beviamo, usciamo e così via.

Da una parte cerchiamo di nascondere la nostra sofferenza agli altri, perché pensiamo che se la mostrassimo diventeremmo pesanti e gli altri si allontanerebbero, oppure ci renderebbe vulnerabili; dall’altra se non la mostriamo sentiamo che gli altri comunque ci giudicheranno perché non soffriamo come dovremmo.

Il dolore è qualcosa che le persone fanno fatica a maneggiare, sia quando lo vivono sia quando vedono qualcuno che lo vive, perché è qualcosa da cui a volte temiamo di essere risucchiati o sopraffatti.

È come se – quando stiamo male – cadessimo in un burrone, buio e profondo. Appena ci troviamo lì dentro facciamo di tutto per uscirne. Saltiamo, ci arrampichiamo, scaviamo. Cerchiamo in ogni modo di puntare alla luce che arriva dall’alto ma non pensiamo mai che potremmo provare a guardare in quel burrone e vedere cosa ci troviamo – perché forse il modo di costruire un’uscita è possibile solo cercando nel luogo in cui siamo.

La sofferenza ha una sua ragione, ha un suo senso – ci dice che qualcosa per noi non va più bene, ci invita a guardare in un’altra direzione, ci spinge ad ascoltarci e a darci tempo. E il modo di vivere la sofferenza non è uno e unico – ma uno per ognuno di noi.

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